Quando si tratta di progettazione di nuovi prodotti e di rinnovo di prodotti esistenti, sono due i dati dovrebbero far pensare.
Il primo è che dal lancio di prodotti nuovi o rinnovati dipende almeno il 25% del risultato economico di una impresa.
Il secondo è che, in base a una valutazione pubblicata da McKinsey, oltre la metà delle iniziative legate al lancio di un nuovo prodotto non riesce a raggiungere gli obiettivi di business. E questo perché il processo non è adeguato alle sfide che il mercato pone e, ancor di più, perché troppo spesso manca un allineamento tra le esigenze e gli obiettivi dei team di progetto, generalmente focalizzati sugli aspetti ingegneristici e di produzione, e quelle dei dipartimenti di vendite e marketing, più orientati al mercato.
In realtà, quando si parla di sviluppo di un nuovo prodotto bisognerebbe pensare a un processo in 7 fasi, che coprono l’intero ciclo dalla prima ideazione fino alla sua introduzione sul mercato, con una forte integrazione tra i diversi dipartimenti e le diverse figure di volta in volta coinvolti.
Vediamoli insieme.
Non v’è dubbio che il primo passo per la nascita di un nuovo prodotto sia quella di ideazione. E se è vero che in questo processo hanno un ruolo importante le analisi di mercato, gli studi sulla concorrenza e un discreto numero di fonti esterne, secondo McKinsey è importante non trascurare gli stimoli che vengono dall’interno e dunque dalla collaborazione tra diversi team, anche con il supporto di strumenti di collaboration e innovation management anche sotto forma di gamification o di contest.
Se è vero che la prima fase è quella della raccolta delle idee, la seconda è rappresentata dalla selezione, ovvero dalla scelta di quelle fattibili e che esprimono il maggior valore per l'azienda.
Se la prima domanda cui si deve rispondere è se la proposta specifica soddisfa le esigenze del cliente, la disamina deve poi comprendere fattibilità tecnica, redditività, risorse, potenziale di marketing.
Fondamentale è utilizzare meccanismi di valutazione trasparenti, che consentano di selezionare le idee migliori e non semplicemente le più popolari.
Questa è una fase nella quale sono coinvolti team diversi, dal marketing al legal, e serve a valutare la fattibilità “di mercato” del prodotto stesso, anche dal punto di vista della due diligence o la verifica dei brevetti. Sempre in questa fase si identifica il mercato di riferimento, al fine di stabilire quale messaggio di marketing adottare. Anche in questo caso, la collaborazione tra team e figure funzionali riveste un ruolo determinante.
Alla fine delle tre fasi precedenti, l’impresa dovrebbe avere tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo del prodotto: le sue caratteristiche, i costi, le strategie di marketing, i ritorni attesi. È la fase che consente di valutarne la fattibilità e definire le metriche per monitorare le fasi di avanzamento del progetto: tempi di sviluppo, costi operativi, valore dei prodotti, prezzo di vendita. Da qui in poi, grande importanza ricopre la standardizzazione degli attributi, senza la quale tutte le idee e proposte rischiano di non trovare corrispondenza e parlare linguaggi differenti, con conseguenti difficoltà di comprensione e analisi.
Questa è la fase nella quale dall’idea si passa al prodotto fisico. Il design e i prototipi dovrebbero essere completati per la fase di successiva verifica e si dovrebbero definire in questa fase versioni beta, metodi di produzione e gestione del packaging. Un database centralizzato con tutte le informazioni del prodotto può sicuramente facilitare e snellire i processi di sviluppo e verifica, grazie alla messa in condivisione dei dati.
Una volta realizzati versione beta o prototipo, si dovrebbe passare alla fase di test di convalida, nella quale possono essere coinvolti gruppi di consumatori per valutare se il prodotto ha un valore per il mercato e ricevere feedback su questioni pratiche o tecniche. Questo al fine di consentire miglioramenti o modifiche dell'ultimo minuto al marketing mix.
Si arriva così alla fase finale, nella quale il prodotto viene effettivamente reso disponibile per la vendita e l’acquisto.
Appare chiaro che per arrivare a quest’ultimo step è necessario aver implementato un processo articolato, che vede la collaborazione e il coinvolgimento di figure e competenze diverse. Tanto prima avviene questo coinvolgimento e tanto più l’ingaggio avviene in modalità collaborativa, tanto più alte saranno le possibilità di successo del prodotto stesso.
In questo articolato processo, un ruolo importante spetta al PLM.
La piattaforma di PLM (Product Lifecycle Management) supervisiona l'intero ecosistema del prodotto, dall'ideazione e progettazione alla produzione, arrivando fino alla vendita e allo smaltimento delle unità invendute.
Adottare una metodologia e una soluzione PLM consente di riunire tutti gli attori - designer, sviluppatori, product manager, merchandiser e professionisti del marketing- in un unico sistema per consentire la collaborazione e accelerare i processi.
In fase di sviluppo di un nuovo prodotto, il PLM si occupa di tutte le informazioni che lo riguardano, ottimizza le funzioni di progettazione, sviluppo, supply chain e produzione, offrendo ai team di prodotto visibilità e trasparenza su più processi, accelerando i tempi di sviluppo dall'ideazione al lancio.
Consente di consolidare e organizzare i dati di prodotto nel processo di sviluppo, promuovere la collaborazione tra le unità aziendali coinvolte nella produzione, sviluppare e gestire portafogli di prodotti connessi, gestire i dati di sviluppo del prodotto come file CAD e distinte base.
Si integra poi anche altre soluzioni informative implementate in azienda che gestiscono le informazioni necessarie alla commercializzazione, promozione e supporto dei prodotti una volta pronti per il mercato.
Di tutti questi aspetti e delle strategie migliori per sviluppare un nuovo prodotto e portarlo velocemente sul mercato ne abbiamo parlato nel corso del webinar dal titolo “Il PLM e l'integrazione dei processi per ridurre il time-to-market”. Guarda la video-registrazione!