In questo periodo particolare nella storia dell’umanità, dopo diverse riflessioni, ho trovato un ossimoro che ritengo trovi spazio nella storia del pianeta e nella mia, in quanto “da piccolo” volevo fare il biologo molecolare e mi sono trovato ingegnere ed ho scoperto un ponte tra l’RNA e l’Antivirus (cfr Cyber security).
In questi mesi di pandemia, c'è stata una forte ed obbligata accelerazione all'apertura delle attività umane verso ambiti territoriali, lontani rispetto alle aree a cui tutti eravamo abituati ad usufruirne e svilupparle. Tanto per citare alcuni esempi: la formazione, l'educazione, le attività indirette alla produzione, funzioni di coordinamento e controllo, l'entertainment. E' ovvio che con l'arrivo del vaccino o una terapia efficace alla prognosi del coronavirus, il nostro modus operandi si bilancerà, come quando si ritira l'onda sulla battigia, ma rimangono delle splendide "conchiglie", le quali possono essere paragonate alle esperienze acquisite in questo periodo e che ci hanno lasciato un valore aggiunto di questa forzata "apertura".
A questo punto, visto che abbiamo aperto le nostre case professionali ed esistenziali, dobbiamo imparare a chiuderci in modo intelligente, efficace ed efficiente, per condividere in modo consapevole con il mondo questa nostra "socialità" virtuale". Questa esperienza rimarrà in noi, l'abbiamo assaporata in modo forzato ma abbiamo capito quello che più ci è piaciuto e attratto; quindi dobbiamo capire con chi, quando e come condividerla, trovando il giusto balance, anche professionale.
Dopo tutti questi mesi, spinti dalla pandemia ad operare in modo sempre più "aperto", utilizzando strumenti virtuali, collaborando con clienti, colleghi e con partner in modalità #distantimavicini, nasce l'esigenza di rivedere il film in cui siamo stati spettatori ed attori, per proiettarci in un futuro più consapevole.
Una di questa lenti che ci permetterà di chiuderci in maniera più cosciente è la cyber security: ci permetterà attraverso un piano pensato e ragionato, di costruire il nostro nuovo territorio, sia professionale sia esistenziale. In che modo? Ponendoci alcune domande.
Dopo queste riflessioni e domande, nasce l'esigenza di un piano che metta in sicurezza tutte le "nuove porte e finestre" che abbiamo aperto sul mondo, in un tempo ragionevolmente breve. Credo che nessuno lasci per molto tempo aperta la porta di un nuovo locale.
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Grazie all'elaborazione di un piano di sicurezza, supportato da tecnologie che permettono la scalabilità da un piccolo fabbisogno alla copertura di esigenze che crescono nel tempo in modo organico e veloce con un unico partner, riusciremo, riuscirete, scusate il gioco di parole, a mettere in sicurezza il nuovo mondo di dati ed “amici”, facendo tesoro dell’esperienza di questi giorni e mesi pandemici.