In questo articolo approfondiamo le soluzioni per risparmiare dazi tra Stati e su prodotti, assicurando lo status compliant alle imprese coinvolte in scambi commerciali.
Sebbene le tasse possano essere previste anche sulle esportazioni, l’obiettivo primario dello strumento è tutelare l’economia e la produzione di specifici beni e servizi. Nel campo dell’import/export in economie sempre più globalizzate, è fondamentale sapere come semplificare i flussi commerciali, ridurre le spese doganali e cogliere imperdibili opportunità.
Continua la lettura per scoprire di più sullo sviluppo di mercati esteri e la possibilità di ridurre l’impatto dei dazi doganali. Puoi passare all’argomento di tuo interesse cliccando il paragrafo dedicato.
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Tra i compiti più importanti degli export e compliance manager coinvolti nello sviluppo di opportunità commerciali e nella certificazione dei processi, troviamo l’applicazione della normativa.
Su questo elemento si basano sia le trattative per il raggiungimento degli accordi, sia il coordinamento delle attività di scambio commerciale.
A seconda del Paese di riferimento, si dovranno rispettare leggi, accordi e obblighi distinti. Ad esempio, tra i Paesi Membri dell’Unione Europea vige il principio di libera circolazione che non prevede l’applicazione di alcun dazio tra Stati.
Inoltre, l’UE attua una politica commerciale comunitaria verso gli Stati Terzi, applicando dazi convenzionali (ovvero tasse uniformi) ai prodotti esportati. Attraverso la cosiddetta Tariffa Integrata Comunitaria, l’Unione Europea intende migliorare i flussi commerciali globali, portando a una progressiva eliminazione di ostacoli e barriere.
Esistono accordi mondiali che hanno l’obiettivo di raggiungere nuove intese tra i Paesi. Un esempio è il General Agreement on Tariffs and Trade (GATT), oggi promosso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, che conta più di 120 Paesi firmatari e si impegna a:
trovare accordi sempre migliori per la riduzione delle tasse
sostenere un libero mercato senza ostacoli
regolare le dispute internazionali
Un altro aspetto chiave dal quale partire per ridurre o eliminare gli oneri doganali è la conoscenza dei termini di applicazione delle imposte.
In linea generale, troviamo due tipi di dazi.
Ad valorem: si determina con l’applicazione di una percentuale al valore della fattura, in base alla categoria merceologica di appartenenza del prodotto importato. Questa tipologia coinvolge la maggior parte dei diritti doganali in circolazione.
Specifico: è l’unità di misura a definire l’importo dell’imposta, che è generata a partire dal numero di pezzi, chili o litri.
Nell’ambito degli scambi commerciali, esistono altri tributi, introducibili al bisogno per rispondere a una specifica criticità.
Ecco alcuni esempi:
Le misure anti-sovvenzione possono essere applicate nei confronti di merce importata da imprese terze che usufruiscono di sovvenzioni statali nel proprio Paese.
Le misure di salvaguardia sono previste nei casi in cui il mercato subisca un’improvvisa distorsione, che provoca un danno alle imprese comunitarie.
i dazi antidumping sono uno strumento di difesa commerciale da pratiche lesive, come l’applicazione di prezzi molto aggressivi.
Conoscere le condizioni che portano alla definizione dei dazi è il primo passo per applicare procedure per la riduzione o esenzione dei dazi.
Entriamo nel dettaglio delle procedure e documentazioni necessarie per ridurre l’impatto dei diritti doganali sulle attività commerciali.
La classificazione è il processo di attribuzione del codice doganale a merci e beni: si tratta di un passaggio fondamentale, da cui si determinano sia il dazio che eventuali restrizioni in vigore tra Paesi o per prodotti.
A una classificazione imprecisa corrisponde un calcolo del dazio inesatto, che può essere maggiore o minore dell’imposta dovuta. Se è maggiore, sarà applicata una quota più elevata, che potrebbe influenzare la strategia commerciale o la scelta di penetrare i mercati da parte dell’impresa esportatrice.
Inoltre, nell’ambito di audit occasionali da parte della dogana, si possono rilevare non conformità tra l’imposta pagata e il valore della merce. In questo caso, a discrezione del Paese coinvolto, si può incorrere in blocchi di esportazione o sanzioni amministrative.
Oltre alla corretta classificazione della merce, ci sono altre procedure che permettono di ridurre l’impatto dei dazi doganali sulle attività commerciali. Vediamole.
Prima di addentrarci nelle modalità per ottenere il rilascio di questa certificazione, analizziamo le caratteristiche e ruolo nell’ottenimento di vantaggi commerciali.
Per luogo d’origine si intende il Paese in cui la merce è stata prodotta o ha subito l’ultima trasformazione significativa.
In alcuni Stati extra UE, dichiarare l’origine preferenziale può dare diritto a un trattamento tariffario speciale, come una riduzione o eliminazione delle imposte. Questa condizione genera benefici importanti per i Paesi esportatori – più propensi a incrementare i flussi commerciali - e per quelli che acquistano un bene importato dal maggior valore e vantaggio competitivo.
Oltre alla riduzione o all’esenzione totale dei dazi, gli Stati esportatori possono godere di altre condizioni favorevoli, come l’abolizione di limiti su quantitativi e volumi.
Questo status è sancito da specifiche trattative di agevolazione degli scambi, concesse attraverso:
accordi bilaterali che prevedono vantaggi per la merce importata in UE e in Paesi terzi
accordi unilaterali che fissano diritti doganali favorevoli solo all’importazione in Unione Europea
Una volta verificate tutte le condizioni per ottenere la dichiarazione di origine preferenziale del prodotto, previa richiesta alla dogana della documentazione attestante la prova d’origine, sarà possibile avviare una via commerciale semplificata tra Paese esportatore e accordista.
A questo proposito, sono previsti importanti novità che riguardano i certificati di circolazione.
Alla data di pubblicazione di questo articolo (febbraio 2022), è previsto un aggiornamento significativo delle procedure per la richiesta di certificati di circolazione. L’emissione di questi documenti avvia gli scambi commerciali tra Paesi che hanno sancito un accordo di libero scambio e permettono allo Stato di destinazione della merce di pagare dazi in misura ridotta o di esserne esente.
Ad oggi, è possibile applicare la previdimazione dei certificati, ovvero l’opportunità per gli operatori doganali di procedere al rilascio di certificati previdimati contestualmente alla spedizione, previa verifica della documentazione che attesta l’origine preferenziale.
Con un avviso pubblicato sul proprio sito il 29 dicembre 2021 e consultabile a questo link, l’Agenzia delle Dogane ha stabilito che, dal 1° aprile 2022, entrerà in vigore una nuova procedura per la richiesta dei certificati EUR 1, EURMED e ATR che non prevede più la previdimazione. Dal 2022, l’iter si comporrà della presa in esame del formulario di domanda del certificato e dell’istruttoria della dogana, per portare poi al rilascio della merce.
L’obiettivo di questo cambiamento legislativo è prediligere un sistema più snello e ottimizzato, basato sul principio di autodichiarazione. Di fatto, ora le aziende sono spinte a richiedere lo status di esportatore autorizzato che, tra i molti vantaggi, prevede la dichiarazione dell’origine preferenziale in fattura, indipendentemente dal valore della merce, senza la necessità di richiedere il certificato EUR 1.
Esiste un’altra condizione per ottenere la semplificazione di flussi commerciali tra Paesi, regolamentata dal Codice Doganale Comunitario (CDC) e dalle sue disposizioni di attuazione.
Il Testo si occupa di definire la legislazione applicabile alle importazioni e alle esportazioni di merci, stabilendo che alcune merci originarie dei Paesi Terzi possono essere trattate come merce comunitaria, all’ingresso in Unione Europea, previo espletamento delle formalità previste.
In questo caso, il codice che compone la nomenclatura combinata aiuta a identificare i prodotti che godono di particolari esenzioni.
Mantenersi competitivi sul mercato garantendo continui flussi di scambi commerciali tra Paesi comporta una conoscenza approfondita della normativa. Ma non solo: è indispensabile risultare sempre conformi agli obblighi, soprattutto quando si avviano trattative con Paesi Terzi, ai quali è bene garantire un prezzo concorrenziale.
L’ampliamento delle rotte commerciali, la globalizzazione e l’espansione dei mercati offrono alle aziende maggiori opportunità di vendita e una visibilità più ampia. Le imprese competitive sono portate ad aumentare il proprio raggio d’azione, andando così alla ricerca di nuove opportunità di business.
Tuttavia, ci sono delle sfide da superare per mantenere alta la propria reputazione a livello globale; la conformità commerciale è un processo delicato, che deve essere gestito con estrema cura e perizia. Tra i vantaggi a disposizione troviamo appunto le riduzioni e l’esenzione dei diritti doganali.
La digitalizzazione delle procedure è l’unica soluzione per garantire operazioni conformi, senza errori, inadempienze o inosservanze: è la chiave per una gestione efficace e precisa della Trade Compliance.
Le soluzioni informatiche permettono di automatizzare i processi e di garantire la piena conformità rispetto a tutti gli obblighi; lo strumento è in grado di effettuare controlli, eseguire i calcoli e processare le attività, attingendo a un database di dati sempre ricco e aggiornato.
Abbandonando meccanismi tradizionali o tecniche manuali, si abbatte il rischio di incorrere in errori e sanzioni.
Ricordiamo infatti che, nel caso della produzione di certificati di circolazione e della dichiarazione di origine preferenziale, gli errori possono comportare conseguenze anche severe: a seconda della gravità dell’inadempienza, le aziende potrebbe incorrere in blocchi della merce, divieti più o meno temporanei di esportazione, sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche penali.
Tra le operazioni strategiche dei software per la conformità commerciale, troviamo le seguenti.
Le tecnologie più innovative assicurano l’aggiornamento della normativa in tempo reale; questo aspetto è utile in un mercato in cui gli scambi commerciali sono soggetti a continui cambiamenti.
Chi sceglie di condurre le attività in modo manuale deve leggere la normativa riguardante ogni novità, per accertarsi di applicare le dichiarazioni in modo puntuale. In alternativa, ci si può affidare a software che non si aggiornano in modo automatico e richiedono un intervento dedicato da parte di un softwarista per non risultare obsoleti.
I software di gestione integrati offrono un servizio di tracciabilità e archivio, utile anche per migliorare l’operatività interna e la comunicazione tra dipartimenti.
Inoltre, l’accesso illimitato allo storico permette di risalire alla documentazione necessaria in caso di audit doganali, che possono effettuare verifiche sulle dichiarazioni fino a tre anni prima.
Le soluzioni automatizzate supportano l’azienda nel perseguimento di procedure certificate, capaci di migliorare l’agilità e la risposta alle sfide più complesse.
Metisoft sostiene le imprese nella digitalizzazione dei processi legati alla Trade Compliance e nello sviluppo di business sicuri e conformi.
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