<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=451519968711544&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

esportatore autorizzato

Lo status di esportatore autorizzato permette di superare l'abrogazione del regime di previdimazione dei certificati di origine EUR 1, EUR MED, ATR: in considerazione dello stato di emergenza causato dalla pandemia COVID-19, con la nota 88470/2020, l'Agenzia delle Dogane aveva prorogato più volte il termine ultimo per il superamento della prassi, fino alla data ufficiale del 31 marzo 2022.

Nell’articolo di oggi approfondiremo questa importante novità, focalizzandoci sulle opportunità per le aziende di semplificare i processi legati all’export.

Perché richiedere lo status di esportatore autorizzato?

Lo status di esportatore autorizzato è una condizione prevista dalla normativa doganale comunitaria che permette di ottenere importanti agevolazioni nell’export verso Paesi terzi con i quali si sono siglati accordi di scambio.

Nelle prossime righe, ne analizzeremo caratteristiche e benefici con uno spazio alle disposizioni in vigore dal 2022, che cambiano lo scenario della Trade Compliance. Puoi passare all’argomento che ti interessa cliccando il paragrafo dedicato.

Collegamenti rapidi

Cosa prevedeva la modalità di previdimazione dei certificati doganali

La previdimazione era stata introdotta per favorire gli operatori non in possesso dello status di esportatore autorizzato evitando loro l'onere di recarsi ogni volta in dogana e presentare richiesta di emissione dei certificati di circolazione.

“La disposizione – si legge infatti sulla nota 91956/RU dell'ADM – Agenzia Demanio Monopoli - tendeva a superare il disagio della distanza intercorrente tra la sede degli operatori e quella degli uffici doganali, in quanto ostacolo alla correntezza e alla celerità dei trasporti tale da determinare possibili distorsioni del traffico e negative ripercussioni di carattere economico ed occupazionale”.

Ma alla luce delle semplificazioni apportate negli anni alla normativa, l'ADM ha optato per l'abolizione della pratica della previdimazione considerandola non più necessaria.

In ogni caso, a far data dal 1° aprile 2022, tutti gli operatori che ancora se ne avvalgono devono adeguarsi alle nuove disposizioni doganali: fare richiesta di certificazione per ogni singola importazione, oppure conseguire lo status specifico di esportatore autorizzato.

Ed è proprio su questo punto che insistono in particolare gli spedizionieri internazionali: ottenere la certificazione per ogni spedizione impone tempi di attesa e costi che mal si accordano con i livelli di efficienza che il comparto del trasporto merci richiede.

Ad aprile 2021, nel pieno dello stato di emergenza in risposta alla pandemia da Covid-19 e delle conseguenti proroghe del termine ultimo della modalità di previdimazione, Metisoft ha organizzato un webinar che ha visto la partecipazione di un esperto del settore in materia doganale.

L’approfondimento aiuta a entrare nel merito dell’importante cambiamento normativo e della complessità della tematica legata al superamento della prassi. Ricordiamo che anche se il webinar è datato 2021, non cambia la natura delle disposizioni valide da aprile 2022.

In qualunque momento, puoi scaricare la video registrazione gratuita a questo link.

Esportatore Autorizzato: cosa significa

L'esportatore è l'operatore che effettua cessioni di beni all'esportazione, ovvero nei confronti di controparti extracomunitarie, movimentando la merce dall'Italia verso uno Stato Extraeuropeo.

Quanto all'esportatore autorizzato, in base alla normativa comunitaria ai fini doganali viene così denominato: “qualsiasi esportatore stabilito nel territorio doganale dell'Unione […] che effettui frequenti spedizioni di prodotti originari dell'Unione […] e che offra alle autorità doganali soddisfacenti garanzie per l'accertamento del carattere originario dei prodotti”.

Si tratta dunque di un soggetto giuridico che ha ottenuto questo status dall'Ufficio delle dogane di appartenenza territoriale e produce direttamente in fattura la dichiarazione di origine preferenziale dei prodotti necessaria al fine di beneficiare del trattamento daziario agevolato per l'importazione nei paesi accordisti.

Leggi anche: 4 step per ottenere la dichiarazione di Origine Preferenziale delle merci

L'istituzione di questa figura è dunque una semplificazione regolata dalle norme di Trade Compliance, in particolare nel Codice doganale dell'Unione e inserita nel quadro degli accordi di libero scambio.

Gli esportatori autorizzati possono dunque rilasciare una prova dell'origine preferenziale attraverso una dichiarazione di origine direttamente in fattura o su altro documento commerciale. Dichiarazione che dunque sostituisce i certificati di circolazione Eur.1 e Eur-Med.

Ottenere questo status significa, concretamente, da un lato assicurare che la movimentazione delle proprie merci avvenga con la massima celerità, con evidenti benefici in termini di competitività, dall'altro avere la possibilità di esportare i prodotti a dazio ridotto. Cita la circolare:

“Lo status semplifica le modalità di esportazione e consente di poter certificare direttamente l'origine mediante una auto-dichiarazione sulla fattura o altro documento commerciale che identifica i prodotti esportati, in quanto la stessa dichiarazione di origine ha identico valore giuridico dei sopra descritti certificati di circolazione, con l'ulteriore vantaggio di essere sottoposti a controllo soltanto al momento del rilascio del provvedimento di autorizzazione”.

esportatore autorizzato

Le responsabilità in capo all’operatore

I compiti dell’operatore sono diversi e devono essere condotti con la massima attenzione, per garantire la continuità delle attività e il regolare scambio di flussi. Tra i più importanti, troviamo:

  •  il rilascio di dichiarazioni su fattura solo per la merce di cui si possiedono elementi contabili

  •  l’uso appropriato della dichiarazione di esportazione

  • l’allineamento rispetto a regolamenti e normative in materia di import/export

  • l’impegno a conservare e presentare qualunque documento giustificativo nell’ambito di audit doganali

Rispetto a quest’ultimo punto, è importante sapere che i controlli doganali possono riguardare qualunque documento emesso fino a tre anni prima; le autorità competenti hanno l’obbligo di verificare gli elementi delle dichiarazioni e, in caso di non conformità, procedere con la notifica delle sanzioni previste.

Gestire la documentazione doganale attraverso un software di Trade Compliance permette di recuperare lo storico in modo rapido e immediato, fornendo alle autorità un riscontro celere. Di questa opportunità parleremo nel corso dell’articolo, ma se vuoi subito saperne di più, clicca qui (anchor all’ultimo capitolo).

Chi può diventare esportatore cosiddetto autorizzato

In base alla normativa, sussistono requisiti soggettivi e oggettivi per poter raggiungere lo status.

Il requisito soggettivo è quello di essere un esportatore, produttore o commerciante di merci originarie, stabilito nel territorio UE, mentre tra i requisiti oggettivi troviamo il fatto di effettuare con regolarità operazioni di esportazione, di detenere “adeguate prove dell'origine dei prodotti che si intende esportare” e di “aver adempiuto ai requisiti del regime preferenziale utilizzato”, di essere a conoscenza delle norme vigenti in materia di origine.

Fondamentale, prevede la norma, è che i sistemi di contabilità aziendale abbiano funzionalità che consentano di differenziare le merci con o senza status di origine preferenziale.

Un punto sul quale si è ritenuto di dover fare chiarezza è sul significato da dare al criterio della “regolarità”, che non introduce l'obbligo di un numero minimo di esportazioni da effettuarsi in un determinato lasso di tempo, bensì in una certa regolarità delle esportazioni dimostrabile ad esempio con la sussistenza di accordi commerciali o di ordini.

Come presentare la domanda

Per diventare esportatore cosiddetto autorizzato è necessario presentare domanda all'Agenzia delle Dogane, indicando il Paese o i Paesi nei confronti dei quali si intende rilasciare dichiarazione di origine preferenziale in fattura e dimostrando di essere in possesso dei requisiti sopra descritti; il modulo da compilare per l'istanza è scaricabile a questo link.

Una volta presentata la domanda, sarà compito dell'autorità doganale competente effettuare un audit sull'operatore richiedente e, una volta conclusa l'istruttoria, sarà la stessa autorità a rilasciare all'operatore un codice alfanumerico che ne identifica lo status e che dovrà essere citato in fattura insieme alla dichiarazione di origine preferenziale delle merci.

Il codice alfanumerico è così composto: Codice ISO dell'Italia / Numero di autorizzazione da parte dell'Ufficio che rilascia l'autorizzazione / Sigla della provincia dove ha sede la Direzione Regionale competente territorialmente / Ultime due cifre dell'anno di rilascio.

I vantaggi di diventare esportatore autorizzato

Oltre al vantaggio già citato di velocizzare i tempi di disbrigo delle pratiche per la movimentazione delle merci e di poter esportare prodotti a dazio ridotto c'è un terzo aspetto che va preso in considerazione.

Alcuni accordi di libero scambio con Paesi come la Corea del Sud o il Canada non accettano i moduli EUR1 per attestare la prova di origine preferenziale, ma la richiedono esclusivamente in fattura. Per questo motivo, essere accreditati dello status di esportatore autorizzato consente di operare anche con questi Paesi e dunque non preclude alcuno sbocco commerciale.

Ultimo ma non ultimo, disporre dello status consente di ridurre errori e discrepanze tra quanto indicato in fattura e quanto riportato sul modulo EUR1, evitando dunque di incorrere in sanzioni, anche penali.

Come abbiamo accennato all'inizio, l'emergenza legata alla pandemia Covid-19 ha rallentato tutto il comparto dei trasporti, con pesanti ripercussioni sia sull'export sia sull'import ma anche l'entrata in vigore di una procedura prevista fin dall'inizio di quest'anno.

Ora è il momento di ripartire.

Alla luce di quanto accaduto in questi mesi e dell'importanza dei cambiamenti in atto, vi invitiamo a guardare la video-registrazione gratuita del webinar dal titolo “Come gestire al meglio Origine Non Preferenziale e Made In: documenti e normative da seguire”. Con il Dott. Simone Del Nevo abbiamo potuto approfondire i concetti fondamentali di Origine Non Preferenziale e Made In, oltre ad analizzare i fattori per l’assegnazione dell’origine ai prodotti finiti, che permettono agli operatori di individuare con certezza il Paese di origine

Mantenere le licenze con una soluzione automatizzata per l’export

Come abbiamo visto, la figura dell’esportatore cosiddetto autorizzato svolge un ruolo chiave nell’espletamento delle procedure: di fatto, conducendo le attività in modo preciso e meticoloso, assicura il perfetto adempimento alle normative in materia di import/export tra Paesi accordisti. Tuttavia, premura e attenzione possono non essere sufficienti quando si ha a che fare con un’importante mole di documenti e pratiche burocratiche.

Le soluzioni automatizzate più innovative per la gestione della Trade Compliance offrono visibilità a 360 gradi sulle procedure, garantendo anche il superamento dei controlli doganali; infatti, grazie alla possibilità di risalire allo storico, qualunque richiesta da parte delle autorità competenti può essere accolta in tempi rapidi.

Inoltre, la suite permette di:

  •  adeguarsi all’aggiornamento normativo

  •  usufruire di agevolazioni daziarie

  •  ottimizzare le operazioni interne


Richiedi una consulenza gratuita con uno dei nostri esperti e scopri tutte le altre funzioni che possono dare una svolta alle procedure aziendali in materia di export.