L’origine della merce è una variabile fondamentale nell’export, capace di tutelare il business e mantenere alta la reputazione dell’azienda: per quale ragione è un elemento così cruciale? E come tutelarlo al meglio? Di questo e molto altro parleremo nel nuovo articolo del nostro blog.
Origine della merce: l’ago della bilancia nelle trattative export
Il concetto di origine della merce svolge un ruolo chiave nell’export, arrivando a determinare l’esito degli scambi tra Paesi dell’Unione Europea ed extra UE e – di conseguenza – le relazioni commerciali. Il trattamento tributario e la sussistenza di dazi doganali dipendono infatti dall’origine delle merci.
All’iter doganale si affianca anche il tema della salute dei consumatori: l’origine della merce ha infatti a che fare anche con il diritto da parte delle persone di essere tutelate e informate rispetto a ciò che acquistano. Si tratta quindi di un argomento ampio che abbraccia diversi aspetti e che, per questa ragione, riveste un’importanza fondamentale.
In ambito export, l’origine può essere preferenziale e non preferenziale.
Differenza tra origine non preferenziale e preferenziale
Il concetto di origine non preferenziale è legato al principio dell’ultima trasformazione sostanziale: attorno a questa definizione ruotano politiche prettamente commerciali. Affermare che un prodotto è di origine non preferenziale non permette di usufruire di un trattamento daziario preferenziale. Tuttavia, questa condizione permette di godere di vantaggi in termini di reputazione del brand e di percezione rispetto al Paese di produzione indicato (si pensi ad esempio al valore e al pregio del Made in Italy).
Diverso è il discorso dell’origine preferenziale, una concessione alla cui base c’è un accordo tra Stati che prevede che al rispetto di precisi requisiti dei prodotti importati siano garantiti benefici di natura daziaria. In particolare, le agevolazioni si traducono in:
- una riduzione o esenzione dei tributi
- l’abolizione di divieti
Quali sono i requisiti affinché tra i Paesi contraenti sia riservato il trattamento preferenziale?
L’origine preferenziale sussiste quando un prodotto ha subito almeno una lavorazione sufficiente all’interno dell’Unione Europea. Sono diversi gli aspetti che concorrono a definire sufficiente una lavorazione; una delle criticità più complesse per le aziende è proprio quello di intercettare l’esistenza della condizione di origine preferenziale, per mantenere le agevolazioni daziarie e non incorrere in sanzioni penali - dovute alla mancata ottemperanza.
Ecco quindi un’overview sui requisiti di origine preferenziale, fondamentali per rispettare le condizioni dell’export e delle relazioni commerciali. Come vedremo, riconoscere le condizioni che determinano lo status dell’origine preferenziale potrebbe non essere sufficiente: è fondamentale, infatti, dotarsi degli strumenti opportuni per la verifica dello status. Clicca qui per passare subito all’approfondimento di questo aspetto.
Stabilimento produttivo
Lo stabilimento produttivo è il luogo, appunto, dove avviene la produzione. Le aziende che hanno stabilimenti propri in Europa non devono preoccuparsi di rispondere a questo requisito; il problema si pone quando, tra i diversi stabilimenti che contribuiscono alla produzione della merce, ve ne sono alcuni in Paesi extra UE. In questo caso è la natura delle attività condotte in questi stabilimenti a determinare la sussistenza o meno dell’origine preferenziale.
Composizione dei prodotti
Questa voce richiede un’attenzione particolare: non esistono infatti standard operativi per essere certi di rispettare la compliance, è necessario conoscere le disposizioni applicate ai singoli componenti.
Prove di origine da parte dei fornitori
Questo compito è riservato alle aziende esportatrici di prodotti acquistati da altri fornitori. È fondamentale, quindi, che dispongano delle prove di origine che certifichino la condizione di:
- prodotti finiti
- semilavorati
- materie prime
Origine della merce: come tutelare al meglio export e relazioni commerciali?
Come abbiamo visto, l’origine delle merci gioca un ruolo chiave nell’export, dal momento che le caratteristiche dei prodotti sono alla base del rispetto degli accordi e dell’andamento delle relazioni commerciali.
Conoscere lo status dei prodotti permette all’azienda di garantire merce sicura e di superare con certezza i controlli doganali: questo aspetto è particolarmente importante per il compliance manager che si occupa di validare, normalizzare e certificare i processi legati alla conformità. La figura del Compliance Manager fa da garante in caso di ispezione da parte delle autorità doganali. Il suo obiettivo è tutelare l'azienda da errori e, quindi, da sanzioni che possono compromettere le attività commerciali. Cosa potrebbe supportarlo?
Le soluzioni automatizzate più innovative per la gestione della conformità nelle attività di export offrono visibilità a 360 gradi sulle attività, garantendo la gestione dei processi più complessi e articolati – che potrebbero causare il non superamento dei controlli doganali. Il software più completo per la Trade Compliance offre la possibilità di archiviare, catalogare, gestire e risalire allo storico per rispondere, così, a qualunque richiesta da parte delle autorità.
Inoltre, la suite per la conformità dell’import/export permette di:
- rimanere aggiornati sulle novità normative più recenti
- accertarsi di godere delle agevolazioni daziarie previste
- semplificare e rendere agevoli i processi
- guidare le operazioni e tutte le fasi delle procedure, comprese quelle che coinvolgono i fornitori
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