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blacklist

Le blacklist internazionali rappresentano per gli istituti bancari, finanziari e assicurativi uno strumento sempre più strategico per i controlli necessari alla compliance alla IV Direttiva UE antiriciclaggio e, in prospettiva, alla V Direttiva, alla quale sarà necessario adeguarsi entro il 1° gennaio 2020.

Il decreto legislativo 90/2017 (IV Direttiva) e le successive disposizioni attuative in ambito antiriciclaggio e antiterrorismo, infatti, mirano a rafforzare le misure di prevenzione e sanzione contro l’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, ampliando lo spettro dei soggetti obbligati all’effettuazione delle adeguate verifiche. Possedere dunque una ricca base dati, completa di nominativi raccolti da blacklist diverse e complementari, cui attingere in modo veloce, semplice e organizzato per l’effettuazione dei controlli obbligatori per legge, diventa per gli attori economici elencati più sopra un elemento strategico chiave per gestire agilmente e senza errori queste attività.

Sanction Lists Ufficiali per l'antiriciclaggio e l'antiterrorismo

Per facilitare in questo senso il lavoro di banche, SGR e assicurazioni durante gli adempimenti di adeguata verifica della clientela, da tempo l’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) rende disponibile sul proprio sito l’elenco organizzato dei link alle Sanction List antiriciclaggio e antiterrorismo, liste ufficiali del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dell'Unione Europea e dell'Office of Foreign Asset Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli USA.

La quantità di dati ricavabili da queste liste, tuttavia, spesso non è sufficiente a salvaguardare le organizzazioni soggette alla IV Direttiva dal rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo e dalle conseguenti sanzioni e danni reputazionali e, inoltre, la mancata interrogazione incrociata delle liste nello stesso momento determina un dispendio di tempo non indifferente per gli addetti ai lavori.

A completamento delle Sanction List ufficiali elencate poco sopra, sono disponibili sul mercato anche Risk Screening List commerciali contenenti nominativi di Persone Politicamente Esposte (PEP) secondo il decreto legislativo 90/2017, informazioni necessarie per controlli in caso di rapporti continuativi, prestazioni professionali o operazioni con clienti e relativi titolari effettivi che siano PEP.

Liste non pubbliche 

Le informazioni, anche quando non provengono da banche dati pubbliche, devono essere ottenute da fonti attendibili e autorevoli, che lavorino nel rispetto della normativa di riferimento (es. standard FATF), e devono essere raccolte in modo strutturato. Tra le fonti di dati non pubbliche vale la pena fare cenno alle liste “adverse media”, grazie alle quali istituti di credito e aziende possono effettuare facilmente la valutazione della clientela e creare i profili del rischio al fine di non incorrere in problematiche reputazionali attraverso l’analisi di notizie pubblicate sui nominativi in oggetto.

Scegliere soluzioni software corrette per effettuare controlli approfonditi e puntuali sulle blacklist 

In risposta all’esigenza di effettuare controlli che siano sempre più approfonditi, puntuali, veloci e sicuri, sono state immesse sul mercato soluzioni software ad hoc in grado di interrogare in modo incrociato più blacklist, identificando e segnalando i casi di falsi positivi. Una gestione integrata e digitalizzata delle blacklist per i controlli AML/CTF rende davvero agile lo svolgimento delle operazioni di verifica, garantisce la correttezza delle interrogazioni e un alto grado di approfondimento di queste, tutelando l’immagine e la reputazione degli istituti che decidono di adottare questi sistemi IT, non solo agli occhi dei clienti ma anche delle autorità giudiziarie in materia.

Come ulteriore garanzia, alcune soluzioni software per i controlli AML/CTF su molteplici liste sono in grado anche di gestire ed effettuare controlli incrociati tra liste ufficiali e liste create internamente dalle organizzazioni, contenenti ad esempio nominativi di persone indesiderate. Una base dati completa e integrata, in grado di attingere da fonti diverse interrogabili in tempo reale e in pochi secondi risulta dunque fondamentale nelle attività di controllo antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo.

Possedere le corrette tecnologie per effettuare queste operazioni non rappresenta solo un passo verso il miglioramento dei processi, l’efficientamento delle organizzazioni e un asso nella manica per tutelarsi da sanzioni, ma soprattutto un investimento che guarda al futuro dell’organizzazione e che è in grado di restituire nell’immediato benefici tangibili per il management.