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certificazione reachLe attività commerciali di tipo chimico-farmaceutico che producono o importano una tonnellata o più all'anno di determinate sostanze chimiche hanno l'obbligo di registrarle nella banca dati per la certificazione REACH. Allo stesso modo, tutte le imprese che commerciano apparecchiature, cavi o pezzi di ricambio elettronici devono sottostare alla Direttiva internazionale RoHS.

Ma cosa significano esattamente le sigle RoHS e REACH? E come rispettare i loro requisiti per assicurarsi la trade compliance?

Certificazione REACH e normativa RoHS: quale ruolo ricoprono?

Tra le tematiche più importanti per le aziende coinvolte nel commercio di beni, ci sono la certificazione REACH e la normativa RoHS.

Le attività import ed export impongono – tra gli altri – l’obbligo di tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori: è in questo scenario che si collocano le certificazioni REACH e RoHS, necessarie per monitorare il grado di pericolosità dei beni importati ed esportati.

In parallelo alle disposizioni normative, troviamo una crescente attenzione nei confronti delle dinamiche ambientali e legate all’impatto dei processi produttivi sul territorio. Oggi, per le aziende è fondamentale intraprendere strategie di sostenibilità che permettano di allineare i propri standard alle esigenze nazionali e internazionali, pur senza compromettere i volumi di business.

Continua la lettura per scoprire tutto sulle certificazioni. Puoi passare all’argomento di tuo interesse cliccando il paragrafo dedicato.

Collegamenti rapidi

 Cos'è la normativa comunitaria RoHS

RoHS è l'acronimo di Restriction of Hazardous Substances ed è una norma che ha un impatto sull'intera industria dell'elettronica e su molti prodotti elettrici. Un mercato che sta subendo una forte spinta al cambiamento - dettata dall'economia circolare - con la necessità di ridurre gli sprechi, ottimizzare la vita utile dei prodotti e in generale puntare a una produzione più sostenibile.

La norma è pensata per limitare il contenuto di alcune sostanze nocive all'interno dei componenti elettronici e per consentirne un migliore e più efficiente smaltimento. In questo senso la RoHS si collega alla RAEE (Rottamazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche): i prodotti elettronici soggetti alla RAEE vanno infatti trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali da cui sono composti.

La RoHS si concentra in particolare sulla limitazione di 10 sostanze: piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati ed eteri di difenil-polibrominato, ftalato di bis-etilesile, benzilbutilftalato, dibutilftalato e diisobutilftalato. L’elenco delle sostanze è il risultato di un aggiornamento della direttiva condotto nel corso degli anni.

La normativa impone l'obbligo della marcatura CE e della dichiarazione di conformità UE prima di immettere sul mercato apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE).

Come conformarsi alla RoHS

Generalmente, il metodo utilizzato per ottenere la conformità RoHS si compone di più fasi: dalla consulenza di supporto allo screening XRF (spettroscopia di fluorescenza a raggi X), fino all'emissione della documentazione tecnica necessaria per i controlli. Anche in questo caso, avere un partner competente in riferimento alla compliance sulla normativa risulta un fattore di successo.

Non tutti i settori industriali devono sottostare alla normativa RoHS: tra gli esclusi si trovano impianti e attrezzature industriali fissi, applicazioni nel settore automotive e batterie. 

Cos'è la certificazione REACH?

L'acronimo REACH - Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals - si riferisce al regolamento che riguarda la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche.

La REACH è la legge più severa emessa fino ad oggi dall'UE e ha l'obiettivo di sostituire oltre 40 direttive esistenti relative alla gestione delle sostanze chimiche, tutte con un unico regolamento. La normativa è rivolta a 27 Stati membri dell’Unione Europea e a 3 Paesi dello Spazio Economico Europeo: Islanda, Lichtenstein, Norvegia.

Qualsiasi azienda che fabbrica, importa o distribuisce prodotti chimico-farmaceutici in Europa deve conformarsi, quindi, alla legislazione REACH.

Ad ogni modo, è importante sottolineare che il regolamento REACH coinvolge aziende anche di industrie non legate a questo settore. La normativa, regolando anche le sostanze e miscele che compongano gli oggetti, coinvolge ambiti industriali apparentemente estranei al chimico.

certificazione reach

Entrando nel merito degli obiettivi, il REACH mira a tutelare la salute ambientale e umana, rafforzando al contempo la competitività e la capacità innovativa delle imprese. Tra le informazioni messe in luce dal regolamento, troviamo:

  •         proprietà dei prodotti manipolati

  •         rischi di esposizione

  •         misure di sicurezza da applicare

Come conformarsi al REACH

Il regolamento fornisce un supporto per comprendere se la propria attività deve dichiararsi conforme alla certificazione REACH: la normativa prevede diverse figure della catena di approvvigionamento, a cui corrispondono obblighi e responsabilità a seconda del ruolo e dei processi condotti.

Il REACH stabilisce che è responsabilità del produttore o dell'importatore conoscere la composizione chimica di ciascuno dei prodotti e dimostrare la sicurezza di tutte le sostanze utilizzate. Per molte aziende questo è un compito scoraggiante: secondo gli esperti del settore chimico, un produttore medio registra fino a 3.000 sostanze.

Tuttavia, molte società con sede al di fuori dell'UE potrebbero non avere familiarità con il regolamento o persino non sapere di esservi soggette. Il costo della non conformità è difficile da calcolare - le multe variano in base al Paese e al livello di infrazione - ma può essere significativo. Le multe però rappresentano solo una piccola parte dei costi nascosti: ad esempio, la non conformità può comportare contenziosi, problemi di pubbliche relazioni, perdita di quote di mercato e interruzione generale dell'attività. Inoltre, le aziende che devono rimuovere un prodotto dal mercato devono affrontare sia un danno economico che una perdita di immagine. 

Ecco perché qualsiasi azienda che utilizza prodotti chimici nei propri prodotti ed esporta/importa nell'UE deve conoscere le classificazioni europee dei rischi chimici e identificare chiaramente tutte le sostanze utilizzate per garantire la conformità REACH.

Ciò può essere ottenuto istituendo un inventario solido e affidabile e, man mano che nuove sostanze vengono aggiunte al regolamento, riesaminando e aggiornando le registrazioni su base regolare.

Come funziona il REACH?

Ogni sostanza deve essere catalogata inserendo anche le informazioni sulla quantità esportata/importata: per le aziende che usano miscele di sostanze, è necessario conoscere la composizione chimica di queste miscele, nonché il produttore di ciascuna delle sostanze.

Il REACH si compone di 4 obblighi:

Registrazione

La prassi è riservata ai produttori e importatori di sostanze, miscele e articoli pari o superiori a 1 tonnellata/anno, indipendentemente dalla pericolosità; l’obbligo prevede la presentazione di informazioni sulle caratteristiche delle sostanze all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche e, in mancanza di dati a disposizione, la proposta di test fisico-chimici, tossicologici ed eco-tossicologici.

Valutazione

L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche verifica la conformità delle informazioni inserite nella registrazione e le proposte di sperimentazioni fisico-chimiche.

Autorizzazione

Questa voce riguarda le sostanze estremamente preoccupanti (SVHC):

  •         cancerogene

  •         mutagene

  •         tossiche per la riproduzione

  •         PBT (persistenti, bioaccumulabili e tossiche)

  •         vPvB (molto persistenti, molto bioaccumulabili)

Le sostanze sono oggetto di restrizioni dedicate che hanno il compito di promuovere la loro sostituzione con alternative più sicuri e conformi agli obiettivi di sicurezza. A questo proposito, dal 5 gennaio 2021 sono subentrate importanti novità.

SCIP: tutto sulle novità più importanti

Dal 2021, per le imprese che forniscono articoli contenenti sostanze SVHC in una concentrazione superiore a 0.1% p/p, è prevista la notifica all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche.

A questo scopo, è stata creata una banca dati chiamata SCIP, che raccoglie tutte le informazioni sulle sostanze preoccupanti presenti negli oggetti nell’intero ciclo di vita, smaltimento incluso.

Le informazioni presenti all’interno del database SCIP sono accessibili, con l’obiettivo di promuovere piena trasparenza e sostenere, così, decisioni d’acquisto più consapevoli da parte dei consumatori.

Obbligo della notifica SCIP

La presentazione della notifica SCIP è in capo a produttori, assemblatori, importatori e distributori di oggetti contenenti sostanze classificate come estremamente preoccupanti.

Tra le informazioni che devono essere comunicate all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, troviamo:

  •         dati che identifichino l’oggetto

  •         nome e concentrazione della sostanza

  •         ulteriori informazioni utili all’identificazione della SVHC

Di recente, Metisoft ha organizzato un webinar di approfondimento per conoscere la materia SCIP e il suo ruolo nella Trade Compliance. Te lo proponiamo qui.

RoHS e REACH: le differenze

RoHS e REACH sono due normative diverse, con scopi e obiettivi diversi. La RoHS è una Direttiva specifica per l'industria elettronica, che stabilisce delle restrizioni per alcune sostanze pericolose. La REACH è un Regolamento dalla portata molto più ampia: è un atto generale che regola la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione di migliaia di sostanze chimiche per diversi settori industriali. Ad esempio, automobili, giocattoli, mobili e persino abiti possono essere soggetti alle disposizioni REACH.

In conclusione, per i produttori e gli importatori UE, la comprensione e il rispetto della Direttiva RoHS e del Regolamento REACH rappresenta un obiettivo cruciale: le aziende che pensano al futuro realizzano prodotti più sicuri e sono proattive nell'intraprendere i percorsi per accertare la conformità.

La soluzione per verificare la conformità a normativa REACH e RoHS

Come abbiamo visto in questo articolo, sono diverse le tematiche a cui le aziende devono prestare attenzione; la conformità è un aspetto delicato, che occorre sottoporre a continue verifiche, al fine di garantirla e tutelare, di conseguenza, la reputazione e le attività aziendali.

Per dimostrare di essere perfettamente compliant alle disposizioni vigenti viste fino ad ora, è possibile affidarsi a una soluzione innovativa. Il software della Trade Compliance supporta le aziende coinvolte in attività di import ed export attraverso un’elaborazione automatica dei dati: questo strumento migliora la visibilità sulle attività e mette in luce le situazioni più a rischio, dove è necessario integrare informazioni per la conformità, ad esempio.

Lo stesso gestionale si occupa di notificare agli operator responsabili ogni criticità, segnalando eventuali mancanze e sollecitando la raccolta e completezza dei dati. Il risultato è una gestione ottimizzata, efficiente e di qualità, che riduce al minimo i rischi e gli errori.


Per sapere di più su questo strumento per la gestione della certificazione REACH e gli obblighi RoHS, contattaci. Uno dei nostri esperti di Trade Compliance è a tua disposizione per guidarti nella conformità della tua azienda agli obblighi in ambito commerciale.