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img02Negli ultimi dieci anni uno degli obiettivi più sfidanti per le imprese del mondo manifatturiero è stato — ed è tuttora — quello di ridurre i costi di sviluppo dei loro prodotti.

In effetti, se l’attenzione è molto forte su tematiche quali i costi di acquisizione delle materie prime o i costi legati alla gestione dei processi di produzione, l’area dello sviluppo prodotto non è esente da un attento scrutinio.

E come sempre accade, anche in questo caso la sfida non è un mero taglio da far figurare in una riga di bilancio, ma la ricerca di un attento equilibrio tra il contenimento della spesa, la qualità e la ricerca dell’innovazione, dalle quali dipendono le sorti di un prodotto sul mercato e, in qualche caso, anche il risultato economico di un’azienda.

Come ridurre i costi di sviluppo di un prodotto: un approccio metodologico

Dato dunque per assodato che stiamo parlando di una spesa necessaria, cerchiamo di capire come sia possibile ridurre il costo di sviluppo prodotto, facendo leva su alcune buone pratiche metodologiche e, naturalmente, su strumenti tecnologici adeguati.

Il punto di partenza è l’organizzazione del team di sviluppo. Non basta avere una buona squadra e nemmeno ci si può limitare ad allineare tutti i membri del team così che abbiano ben chiaro cosa c’è da fare, chi lo deve fare e quando.

Ancor più importante è fare in modo che comprendano il contesto nel quale si sviluppa il loro lavoro, in quale scenario di mercato si colloca e a quali esigenze dovrebbe rispondere. Definire una direzione chiara sin dall’inizio pone il team nella condizione di rispettare le scadenze, completare le attività e raggiungere gli obiettivi, vale a dire dar vita a prodotti in linea con le esigenze dei clienti nei tempi e nel budget previsti.

Il secondo punto da tenere in considerazione riguarda le fasi di sviluppo del prodotto stesso, fasi troppo spesso caratterizzate da richieste di modifiche tecniche, le cosiddette Engineering Change Requests (ECR).
Le ECR vengono create nel momento in cui diventa necessario cambiare alcuni aspetti di un prodotto o per una richiesta da parte del cliente, ad esempio per l’integrazione di funzionalità aggiuntive, per un problema riscontrato, che potrebbe creare malfunzionamenti o rotture, per migliorare la qualità, la sicurezza e la durata del prodotto finito, per ridurre i costi di produzione.

Sicuramente indispensabili nelle fasi iniziali, è bene prestare attenzione alle ECR perché rischiano di trasformarsi in un aggravio di tempi e costi di sviluppo prodotto. Se non gestite correttamente, rischiano di essere duplicate, talvolta fanno riferimento a problemi risolti in precedenza, consumano tempo e risorse preziose per l’apertura, la revisione, l’eventuale accettazione. E, soprattutto, distolgono figure chiave del team, come ingegneri o progettisti, da attività a più alto valore, causando ritardi e impatti negativi a cascata e rischiando di far perdere un vantaggio competitivo all’azienda. È qui che la tecnologia può venire in aiuto.

Serve una gestione dei dati efficiente e automatizzata per facilitare la ricerca delle informazioni cruciali, per comprendere quali modifiche abbiano in sé un valore aggiunto tale da giustificare i tempi e i costi aggiuntivi. Automatizzare i processi di revisione delle modifiche e i flussi di lavoro consente di risparmiare tempo e soprattutto di capire subito quali siano gli interventi che effettivamente aggiungono valore al prodotto finale.

È qui che entra in gioco il PLM, uno strumento che, secondo dati recenti pubblicati da CIMdata, società di analisi statunitense specializzata proprio su queste tematiche, è in grado di ridurre del 50% il tempo dedicato al processo di revisione dei progetti e consente di conseguenza di abbassare i costi di sviluppo prodotto del 25%.

Utilizzare un sistema di gestione dei dati e dei processi in cloud aiuta a contenere i costi di sviluppo prodotto, perché automatizza la gestione delle ECR, abilitando un processo più veloce e più efficiente.

Peraltro, uno strumento come il PLM migliora anche il processo di approvazione delle modifiche, consentendo di fornire le approvazioni direttamente nei programmi utilizzati dai revisori.

L’importanza del reengineering e della collaborazione: l’importanza del PDM

C’è un aspetto che troppo spesso viene sottovalutato quando si dà il via alla progettazione di un nuovo prodotto: non è necessario fare tutto da zero.

Riutilizzare elementi provenienti da progetti precedenti è un modo efficace per ridurre i costi e, soprattutto, introduce principi di semplificazione non da poco, dal momento che gli elementi che vengono integrati nel nuovo progetto sono già stati provati e testati in precedenza, così come provati e testati sono anche i fornitori ai quali rivolgersi per la realizzazione di ciascun specifico componente.

Analogamente viene trascurata l’importanza di rendere effettivamente disponibili tutte le informazioni di cui ciascun membro del team ha bisogno.

L’utilizzo di uno strumento come il PLM consente di disporre di tutte le informazioni necessarie quando serve, liberando il tempo di ingegneri e progettisti. Tempo da dedicare ad attività che migliorano direttamente lo sviluppo del prodotto e che effettivamente creano valore per l'organizzazione.

La disponibilità delle informazioni è direttamente correlata anche alla possibilità di collaborazione tra i membri del team. In questo caso non si tratta solo di riduzione di tempi e costi, ma anche e soprattutto di un effetto positivo sulla qualità del lavoro svolto.

La collaboration riduce infatti il numero e la frequenza degli errori che si verificano in fase di sviluppo. I benefici, in questo caso, sono facilmente immaginabili, soprattutto se l’errore non viene identificato nei cosiddetti “early stage” ed emerge quando il prodotto è ormai in distribuzione, innescando un costo processo di richiamo.

In questo caso, un ruolo importante lo giocano le soluzioni PDM (Product Data Management), che rappresentano un importante strumento di supporto per le organizzazioni e i team di sviluppo, a maggior ragione se distribuiti geograficamente. Il PDM offre di fatto un archivio centrale, strumenti di monitoraggio delle versioni e delle revisioni, funzioni di automazione dei task, strumenti per la gestione dei dati di prodotto.

In particolare, i team di sviluppo possono trarre vantaggio dalla gestione efficace dei dati di prodotto, appoggiandosi a una struttura che consenta la tracciabilità delle informazioni e il riutilizzo dei dati consolidati anche in progetti successivi o in ulteriori elaborazioni dei progetti. Con il PDM si risparmia tempo nella ricerca dei file, nella rigenerazione di dati già elaborati, nell’aggiornamento dei sistemi.

Il ruolo di PLM e PDM nella riduzione dei costi di sviluppo prodotto

Il PLM di per sé, come ben suggerisce il nome, supporta le imprese nella gestione di un bene in tutte le fasi della sua vita: dalla progettazione all’introduzione sul mercato, dalla maturità fino al ritiro e smaltimento.
Il PDM, dal canto suo, supporta tutte le fasi di gestione dei dati relativi al prodotto stesso.

Entrambi consentono alle organizzazioni di far fronte alla crescente complessità e alle sfide ingegneristiche legate allo sviluppo di nuovi prodotti.

Una corretta gestione del ciclo di vita del prodotto porta con sé vantaggi misurabili, che partono proprio dalla fase di ideazione e sviluppo prodotto e si traducono nella riduzione del tempo necessario a portare il prodotto sul mercato, nella possibilità di realizzare un prodotto di qualità superiore, di migliorarne la sicurezza o le funzionalità.

Tutto grazie alle opportunità insite in questi strumenti: gestione documentale, collaboration, integrazione della progettazione, gestione dei processi, riduzione dei costi di prototipazione, possibilità di riutilizzare o reingegnerizzare elementi provenienti da progetti precedenti, riduzione degli sprechi e degli errori.

Di queste tematiche si parlerà anche all'interno webinar on demand "Il coordinamento degli uffici di un'azienda: come migliorarlo grazie a un software PDM". Scaricalo on domand subito!