Paesi terzi ad alto rischio per carenze strategiche nel loro regime in materia di antiriciclaggio e contrasto del finanziamento del terrorismo. Per operare è necessario investire nelle tecnologie migliori per effettuare i giusti controlli AML/CTF nel rispetto della normativa vigente.
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Rischio geografico: uno dei maggiori fattori di rischio in ambito AML/CTF
Ciascun destinatario degli obblighi antiriciclaggio è tenuto a modulare le proprie attività di adeguata verifica sulla base del rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo associato al cliente, all’operazione o al prodotto proposto. Tra i fattori di rischio da tenere in considerazione non deve essere in alcun modo trascurato quello geografico.
La nuova metodologia della Comunità Europea
Il decreto legislativo n.125 del 4 ottobre 2019 che ha recepito in Italia la V direttiva (UE/843/2018), ha introdotto significative modifiche che impongono ai soggetti obbligati di applicare misure rafforzate di adeguata verifica in presenza di “Rapporti continuativi, prestazioni professionali ed operazioni che coinvolgono Paesi Terzi ad Alto Rischio”.
Il 14 luglio 2016 la Commissione UE aveva già adottato il regolamento delegato 2016/1675 contenente un primo elenco, successivamente aggiornato, di paesi non appartenenti all’Unione Europea considerati ad Alto Rischio a causa di carenze strategiche nella Prevenzione del riciclaggio e del Finanziamento del terrorismo nei rispettivi regimi nazionali (D.Lgs. 231/2007). Il 7 maggio 2020 la Commissione UE, nell’ambito di un processo di revisione periodica, ha pubblicato un nuovo elenco predisposto secondo i nuovi criteri e la nuova metodologia di identificazione comprensiva di criteri di valutazione supplementari basati sulla quarta e sulla quinta direttiva antiriciclaggio. Bosnia-Erzegovina, Etiopia, Guyana, Laos, Sri Lanka e Tunisia sono stati rimossi dalla lista; Arabia Saudita e le dipendenze degli Stati Uniti continuano ad essere fuori dell’azione dell’UE.
Il ruolo di GAFI e FMI
Fattori di rischio geografico sono altresì legati ad altri paesi per i quali i presidi di prevenzione del riciclaggio sono ritenuti da GAFI e FMI carenti o inadeguati, Paesi e aree geografiche che presentano un elevato livello di corruzione, Paesi soggetti a sanzioni o embargo, Paesi e aree geografiche in cui operano organizzazioni terroristiche e Paesi che ne finanziano le attività, e i cosiddetti Paradisi Fiscali cioè Paesi che adottano un regime fiscale privilegiato.
I soggetti destinatari della normativa antiriciclaggio, per una corretta organizzazione dei propri presidi, devono quindi valutare con grande attenzione l’appartenenza di un Paese ad uno o più di questi elenchi e valutare attentamente il rischio geografico connesso alle operazioni che li coinvolgono in funzione dei diversi obblighi imposti.
La revisione periodica del GAFI
Per i paesi nei quali i presidi di prevenzione del riciclaggio sono ritenuti carenti o inadeguati, al fine di garantire la costante effettiva attuazione delle riforme, il GAFI ha adottato un meccanismo di monitoraggio che comprende ad esempio la presentazione di relazioni periodiche di attuazione e un'eventuale visita di follow-up per valutare i progressi nell'attuazione delle riforme e garantire che gli obiettivi dichiarati siano stati pienamente raggiunti.
Il GAFI esamina e classifica in modo continuo paesi e giurisdizioni, e incoraggia i suoi membri a tenere conto delle informazioni nelle proprie analisi del rischio. Nel corso dell’assemblea plenaria che si è tenuta a Parigi dal 19 al 21 febbraio 2020, più di 800 delegati che rappresentano la rete globale di 205 paesi e giurisdizioni, nonché organizzazioni internazionali hanno evidenziato che le giurisdizioni sottoposte a un maggiore monitoraggio stanno collaborando attivamente con il GAFI per affrontare le carenze strategiche nei loro regimi per contrastare il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo. Trinidad e Tobago escono dalla lista delle giurisdizioni soggette al monitoraggio che ad oggi include Albania, Barbados, Giamaica, Mauritius, Myanmar, Nicaragua, Uganda. Per quanto riguarda il Pakistan, il GAFI ne sta valutando le azioni nell'affrontare le carenze del proprio sistema AML/CFT.
Come gestire al meglio il rischio geografico
Le operazioni che necessitano di una preliminare verifica del Rischio Geografico connesso sono numerose e vanno dal passaggio di fondi da e per uno di questi Paesi, ai rapporti continuativi con soggetti in essi residenti alle prestazioni professionali con società fiduciarie o trust soggetti alla legislazione di quei paesi.
Per poter gestire senza errori, semplificare e ridurre i costi connessi alla gestione di questo specifico fattore di rischio è importante disporre di elenchi sempre aggiornati dei Paesi Terzi ad Alto Rischio e dei Paesi a Maggiore Rischio: un unico riferimento con liste complete e coerenti che rispondano alle specifiche esigenze dell’intermediario in base all’attività svolta, alla segmentazione della clientela e ai prodotti offerti in modo da evidenziare le casistiche che richiedono una verifica rafforzata.
La consultazione automatizzata di queste liste consente di individuare ed eventualmente bloccare le transazioni da e verso individui ed organizzazioni che operano in Paesi Terzi ad Alto Rischio o in Paesi a Maggiore Rischio contribuendo a tutelare l’immagine e la reputazione degli istituti, rispetto a clienti e autorità di controllo. Investire nelle tecnologie giuste per effettuare i controlli AML/CTF migliora i processi e l’organizzazione oltre a tutelare da eventuali sanzioni restituendo così già nell’immediato benefici tangibili per il management.