I dazi doganali per Paese sono barriere imposte tra Stati con obiettivi sia politici che commerciali; in linea generale, il fine è quello di proteggere la produzione nazionale e migliorare la concorrenza del bene prodotto internamente.
Non esistono regole generali in termini di valore o impatto: il dazio è, infatti, calcolato sulla base della natura del bene, del valore della merce e della quantità. Per quanto questa misura rappresenti ancora una strategia politica, in alcuni casi, molto efficace, in mercati sempre più aperti all’export e a intensi scambi commerciali, è indispensabile usufruire di modalità per ridurre l’ammontare dei dazi o godere di esenzioni. Continuiamo il discorso, nell’articolo di oggi.
Dazi doganali per Paese: a quali condizioni possiamo assistere?
Il tema dei dazi doganali per Paese riguarda perlopiù i rapporti tra UE ed extra UE; all’interno dell’Unione Europea, infatti, vige il principio di libera circolazione delle merci, per cui è abbattuta qualunque barriera al commercio tra Stati membri.
Diverso, appunto, è il discorso tra Paesi che non appartengono alla stessa comunità. In questo caso, ci possiamo trovare di fronte a diverse condizioni commerciali, per cui sono previste modalità e requisiti per godere di benefici daziari.
Dazi doganali per Paese: l’esistenza di specifici accordi
Si tratta, probabilmente, dello scenario più diffuso e comune; l’esistenza di accordi specifici permette, a parità di requisiti rispettati, di godere di importanti agevolazioni e di un trattamento preferenziale. Quest’ultimo può essere concesso attraverso:
- accordi bilaterali o di libero scambio – che prevedono benefici all’importazione di beni UE nel Paese terzo firmatario dell’accordo o all’import in Paesi UE di beni originari da tali Stati terzi
- accordi unilaterali – che prevedono agevolazioni daziarie solo all’importazione in UE di prodotti originari da Paesi terzi
Ma su cosa si basano gli accordi? Sulla base di quale principio certi beni godono di benefici in termini di dazi e diritti doganali? Il termine per concedere condizioni preferenziali è quello di disporre di certificati di circolazione che attestino l’origine preferenziale della merce.
Immissione in libera pratica
Questa procedura è disciplinata dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli di Stato e prevede che le merci non unionali destinate al mercato UE o destinate all’uso e al consumo privato nell’ambito del territorio UE siano vincolate al regime di immissione in libera pratica. Questa condizione attribuisce alle merci non UE la posizione doganale di beni UE.
In linea generale, le merci che possono beneficiare dell’immissione in libera pratica sono individuabili a partire dalla nomenclatura combinata.
Dazi doganale per Paese: la classificazione doganale
Un’altra best practice per godere di benefici daziari ha a che fare con la classificazione doganale e, in particolare, con l’accurata determinazione dei codici doganali.
Può sembrare banale e scontato, ma può succedere di attribuire un codice doganale errato alla merce e compromettere così i benefici daziari con lo scambio commerciale. Il codice doganale determina la natura del prodotto, l’ammontare del dazio e le eventuali misure restrittive all’importazione e all’esportazione.
È facile immaginare cosa potrebbe causare l’errore in fase di classificazione doganale: dall’applicazione di un’aliquota più alta di quella dovuta a un incremento del prezzo del bene che lo rende poco competitivo nel mercato.
È sempre più importante per le aziende del settore garantire procedure conformi alle normative, che permettano di godere dei benefici effettivamente in essere. Condurre le operazioni in modalità manuale, oltre a essere una modalità ormai superata, non garantisce il pieno controllo sui processi ma, al contrario, aumenta i rischi di incorrere in errori e costi aggiuntivi per l’azienda. Senza dimenticare che possono esserci anche danni reputazionali e una difficoltà per l’impresa a imporsi nel mercato di riferimento.
Per tutte queste ragioni, affidarsi a un software di gestione della Trade Compliance è la scelta che risponde a meccanismi sempre più dinamici e che promette di guidare le aziende lungo le sfide del futuro.
Le funzioni della soluzione software che fanno la differenza nell’export
Il primo beneficio che si riscontra quando si passa da una gestione tradizionale a una automatizzata è la strutturazione dei processi – che si concretizza in miglioramento dell’agilità e capacità di risposta alle sfide.
E di sfide si parla soprattutto nell’ambito normativo, in cui gli aggiornamenti sono quasi all’ordine del giorno. Le tecnologie software per la gestione della Trade Compliance supportano il team guidando le procedure e aggiornando il sistema sulla base dei cambiamenti più recenti. Molte imprese potrebbero decidere di rimanere ancorate a strumenti informatici che non si aggiornano in tempo reale e questo potrebbe rappresentare un problema ogni qualvolta ci siano dei cambiamenti a livello di Legge: in questi casi, occorre l’intervento dedicato di un software.
Soluzioni digitali permettono, inoltre, di tracciare e archiviare le attività, in modo da semplificare le comunicazioni con le istituzioni, ad esempio nell’ambito di un controllo sulla qualità delle procedure condotte.
Queste sono solo alcune delle funzioni promesse da un software di gestione dell’export, che migliora l’andamento delle operazioni, favorisce un controllo a 360 gradi sulle attività in corsa e – soprattutto - riduce costi e rischi. Se un bene può godere di benefici daziari, con l’utilizzo del software si garantisce l’applicazione dell’agevolazione e il continuo rispetto dei requisiti nel tempo per non perdere questa opportunità.
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