Le autorità doganali oggi più che mai hanno la necessità di mantenere un equilibrio adeguato fra i controlli delle merci e l'agevolazione degli scambi legittimi. L'obiettivo primario delle dogane, infatti, è quello di armonizzare le regole del commercio internazionale, proteggendo i mercati - e le persone - a livello mondiale.
La classificazione doganale delle merci, ossia l'attribuzione di un codice univoco a ciascun prodotto, è il linguaggio universale con cui le dogane possono esprimersi in materia di commercio internazionale e con cui possono creare un sistema simbolico di chiara interpretazione.
Tutto questo, naturalmente, facilita la trade compliance, ossia il processo che consente alle aziende di operare nei mercati mondiali senza incorrere in sanzioni o tempi lunghissimi di sdoganamento. Ma cosa s'intende esattamente per “classificazione doganale delle merci” e quali sono i cambiamenti in atto?
Cos'è la classificazione doganale delle merci
La classificazione doganale delle merci è il processo di determinazione del codice tariffario corretto per i prodotti che devono attraversare le frontiere. Questa pratica non deve essere sottovalutata in quanto ha un impatto sui dazi doganali, le accise, il pagamento dell'IVA sulle importazioni, la gestione dell'origine preferenziale e così via.
Il sistema di classificazione doganale UE si compone di due elementi:
- la nomenclatura combinata (NC), cioè la codifica a 8 cifre dell'UE. Si basa sul sistema armonizzato di descrizione e codificazione delle merci sviluppato dall'Organizzazione Mondiale delle Dogane. La NC è utilizzata per la tariffa doganale comune dell'UE, ma viene anche utilizzata per fornire statistiche commerciali sull'Unione Europea;
- la tariffa integrata (TARIC), il sistema che fornisce informazioni su tutte le politiche commerciali e le misure tariffarie che si applicano a merci specifiche nell'UE (ad esempio la sospensione temporanea dei dazi).
La classificazione doganale delle merci, quindi, risulta essere un codice composto da quello a otto cifre della NC, più le due cifre extra delle sottovoci TARIC.
Nomenclatura combinata (NC): gli aggiornamenti 2022
Il 9 novembre 2021, l’Agenzia delle Dogane ha rilasciato un aggiornamento relativo alla classificazione doganale delle merci, un regolamento sulla nomenclatura tariffaria e statistica entrato in vigore il 1° gennaio 2022.
È stato necessario modificare la nomenclatura combinata per tener conto dell'evoluzione delle esigenze in materia di statistiche e di politica commerciale, nonché degli sviluppi tecnologici e commerciali, cancellando i codici obsoleti e introducendo nuove sottovoci per agevolare il monitoraggio di merci specifiche. Ad esempio, nell'ambito degli sforzi volti a limitare il cambiamento climatico globale, è necessario monitorare l'impatto sul clima degli scambi di gas fluorurati a effetto serra e, pertanto, è stato necessario introdurre nuovi codici TARIC per questi prodotti.
I vantaggi della classificazione doganale delle merci
Come abbiamo accennato, una corretta classificazione doganale delle merci permette di facilitare la Trade Compliance in quanto ha un impatto su diversi fronti della politica commerciale internazionale. Ad esempio, la classificazione, l'assegnazione di uno specifico codice alle cose, sia pure astratto e impersonale, consente di compilare correttamente la dichiarazione di origine preferenziale delle merci e del made in; facilita l'applicazione di misure daziarie agevolate; evita di incorrere in misure restrittive e, infine, supporta le misure di politica commerciale, ad esempio nell'assegnazione di dazi antiduping o compensatori.
Ricordiamo che l'attestazione di origine preferenziale delle merci, cioè la stipula di accordi specifici con ciascun Paese, ha lo scopo di far pagare minori dazi sulle merci scambiate tra i Paesi “accordisti” o provenienti dai “beneficiari”. L'origine diventa dunque un elemento strategico nell'ambito delle attività aziendali di import-export.
In conclusione, una corretta classificazione doganale delle merci è fondamentale per facilitare le imprese nella trade compliance, ad esempio attraverso l'accelerazione del processo di Origine Preferenziale. Tale processo può sembrare complesso ma viene eseguito in modo logico, non arbitrario, assistito formalmente mediante IVO (Informazioni Vincolanti sull'Origine) e, soprattutto, è digitalizzabile e quindi archiviabile e facilmente consultabile.
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