Quando si parla di dichiarazione di origine merce si può far riferimento sia a quella di origine preferenziale che non preferenziale; la responsabilità e la verifica di entrambe le condizioni sono in capo all’export manager che deve garantire procedure efficienti, all’altezza dei requisiti normativi. Ne parliamo nell’articolo di oggi.
Dichiarazione di origine merce: una sfida per l’export manager
L’export manager si occupa di sviluppare opportunità di business in mercati esteri, per cui la conoscenza e l’applicazione di normative di compliance e di regolamentazione sono alla base della sua attività. Ed è proprio qui che nasce la sfida più complessa: allinearsi in modo costante rispetto alle Leggi nazionali e internazionali per non incorrere in errori che genererebbero sanzioni e un fermo dell’attività, con conseguenti perdite economiche.
Dichiarazione di origine merce preferenziale e non preferenziale
Dietro alla dichiarazione di origine merce c’è, appunto, il concetto di origine, sempre più centrale in materia doganale e nelle relazioni commerciali. La condizione d’origine del prodotto rappresenta un tassello importante per la tutela della salute e l’informazione trasparente verso i consumatori. Ma è in ambito doganale che la situazione si fa, se possibile, ancor più complessa.
È l’origine dei prodotti, infatti, a determinare l’importo dei tributi e l’eventuale esistenza di restrizioni all’import/export.
Per origine non preferenziale, si intende il luogo di produzione o il luogo dove il bene ha subito l’ultima lavorazione o sostanziale trasformazione.
L’origine preferenziale, invece, è una concessione alla cui base c’è un accordo tra Paesi; quest’ultimo prevede che per prodotti importati da questi Paesi - che soddisfano precisi requisiti - possano essere concessi benefici daziari all’importazione, che si concretizzano in:
- una riduzione o esenzione dei tributi
- l’abolizione di divieti
Tra Paesi contraenti è riservato, quindi, un trattamento preferenziale.
La dichiarazione di origine merce è, di fatto, il documento che attesta la sussistenza di una determinata condizione; la mancata certificazione può essere anche causa di una cattiva gestione del processo dovuta, ad esempio, a un non puntuale aggiornamento rispetto a regolamenti e normative internazionali.
È nell’interesse anche dell’export manager affidarsi a sistemi gestionali efficienti, per garantire all’azienda tutela e credibilità. Procedure errate o inadempienti potrebbero comportare diversi rischi.
Dichiarazione di origine merce: quali sono i rischi di una mancata conformità?
Lo status di origine preferenziale o non preferenziale è fondamentale per dimostrare di adempiere alle conformità; una sua gestione inefficace potrebbe mettere in difficoltà l’azienda, generando diversi rischi.
Trattandosi di rapporti commerciali, la prima malaugurata eventualità è un’interruzione della vendita e un conseguente inasprimento dei rapporti commerciali. Nel caso dell’origine preferenziale, i benefici daziari sono garantiti se sono rispettati determinati requisiti: in caso contrario, viene meno il trattamento favorevole e l’importo del dazio spetterebbe al cliente, che potrebbe cercare di rivalersi sul fornitore.
La diretta conseguenza della mancata finalizzazione della vendita è la messa in discussione della reputazione dell’azienda esportatrice, che potrebbe minare al posizionamento sul mercato, soprattutto se ricco di competitor.
La soluzione automatizzata per la perfetta compliance
È proprio l’entità delle attività commerciali intraprese la ragione che dovrebbe spingere l’azienda ad adottare procedure più efficienti e orientate all’agilità. In particolare, è responsabilità dell’export manager garantire che tutte le normative e Leggi in vigore nei diversi Paesi siano rispettati e questo controllo può essere garantito solo da un gestionale. Chi opera su diversi fronti, mercati, prodotti e segmenti deve prevedere la gestione di un’importante mole di documenti e, allo stesso modo, avere a che fare con una moltitudine di fornitori.
La gestione operativa smart non è solo un vantaggio a garanzia di conformità, ma è soprattutto un prezioso e valido aiuto per le aziende che operano nell’export, dal momento che una piattaforma informatizzata guida e supporta diverse attività. Dallo scambio di dati in tempo reale, al salvataggio dello storico, all’acquisizione di informazioni aggiornate: tutto ciò contribuisce a governare le complessità dell’origine preferenziale e non preferenziale.
Occorre poi considerare l’impatto della gestione tradizionale sulle risorse aziendali: tempo, risorse e costi sono voci piuttosto impattanti nel budget aziendale, soprattutto se a questa si aggiungono quelle nascoste e impreviste, relative ad esempio alle sanzioni.
Perché il business sia sempre profittevole, è fondamentale accogliere la digitalizzazione, per semplificare e rendere i processi sicuri. Allo stesso modo, è essenziale affidarsi a strumenti all’avanguardia, che permettano a tutti gli operatori di avere immediata visibilità su dati di prodotto necessari per condurre procedure conformi:
- provenienza delle materie prime
- luoghi di lavorazione
- codici doganali
- provenienza delle forniture
Come abbiamo visto nell’articolo di oggi, la dichiarazione di origine merce è fondamentale per dimostrare la perfetta compliance aziendale. Qualunque problema dal punto di vista della certificazione allegata alle spedizioni, potrebbe mettere in serio rischio la collaborazione con il cliente, la reputazione dell’azienda e il business: dotarsi di un software per gestire le operazioni più complesse dell’export è più che mai fondamentale per rispondere in modo efficiente ai rapidi cambiamenti geopolitici, senza perdere alcuna opportunità.
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