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dichiarazione di esportazioneLa normativa in ambito export regola le condizioni alle quali i Paesi devono rispondere per esportare la merce al di fuori del territorio comunitario.

Nell’articolo di oggi affronteremo questo argomento entrando nel merito degli obblighi dell’esportatore, chiariti dalla stessa Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e dei processi che semplificano questo aspetto per le aziende che esportano in maniera regolare.

Normativa sulla dichiarazione di esportazione: cosa dice l’agenzia ADM

L’agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha dedicato all’interno del proprio sito una spiegazione esaustiva delle responsabilità e degli obblighi in capo all’esportatore di merci.

Come specificato nella premessa da parte dell’agenzia, esiste un vincolo delle merci al regime di esportazione, nel caso in cui debbano lasciare il territorio comunitario.

L’obbligo per l’esportatore si concretizza nella presentazione delle merci accompagnate dalla relativa dichiarazione di esportazione a cui si aggiungono – dove previsto – altri documenti specifici, come autorizzazioni e licenze.

La dichiarazione deve essere presentata in formato elettronico all’ufficio doganale di esportazione, il quale procede a verificare che la documentazione sia corretta – ai fini fiscali e di sicurezza e che la merce dichiarata corrisponda a quella presentata. Una volta accertata la totale conformità, la merce è svincolata e autorizzata all’esportazione, a patto che lasci il territorio nelle stesse condizioni in cui si trovava al momento dell’accettazione della dichiarazione di esportazione.

Ai sensi dell’art. 335 del RE, la merce svincolata per l’esportazione deve uscire dal territorio doganale dell’Unione entro 90 giorni dalla data dello svincolo.

Dichiarazione di esportazione: è possibile semplificare e rendere agile questa procedura?

La risposta è sì, grazie a una facilitazione introdotta dalla normativa doganale comunitaria.

Si può infatti richiedere lo status di esportatore autorizzato e rilasciare una prova dell'origine preferenziale attraverso una dichiarazione di origine direttamente in fattura o su altro documento commerciale.

Anche in questo caso, per adempiere alla normativa, occorre rispondere ai requisiti previsti. Il primo – e più logico – è quello di essere un esportatore, produttore o commerciante di merci originarie. L’esportatore autorizzato deve, poi:

  • effettuare esportazioni con frequenza e regolarità. Questo punto può essere complesso da interpretare. Con regolarità, non si fa riferimento a un numero minimo di esportazioni oltre il quale poter richiedere lo status; piuttosto, si richiama alla presenza di accordi commerciali che rendono le esportazioni, appunto, regolari.

  • disporre delle prove dell’origine dei prodotti che si intende esportare

  • adempiere ai requisiti del regime preferenziale utilizzato

È necessario presentare la domanda per diventare esportatore autorizzato all’Agenzia delle Dogane, indicando il Paese o i Paesi nei confronti dei quali si intende procedere con l’opzione messa a disposizione dalla normativa doganale comunitaria.

Una volta presentata la domanda e dimostrato di essere in possesso dei requisiti, è in capo all’autorità doganale la verifica - attraverso audit - di tutte le condizioni. Il rilascio di una matricola alfanumerica è la prova che l’esportatore è stato dichiarato autorizzato.

Perché optare per la semplificazione della dichiarazione di esportazione?

I vantaggi e le opportunità per l’azienda esportatrice sono diversi – si passa dalla velocizzazione delle procedure che non devono passare per l’ufficio doganale, al disbrigo immediato delle pratiche, fino alla movimentazione rapida della merce al di fuori del territorio UE.

Tutto questo genera un vantaggio per l’azienda che guadagna terreno in mercati competitivi e ricchi di attori. Un altro aspetto che rientra nelle opportunità di questo status ha a che fare con il modus operandi di alcuni Paesi extra UE, che richiedono di attestare la prova di origine preferenziale esclusivamente in fattura. Quindi, rinunciare allo status di esportatore autorizzato significherebbe perdere opportunità commerciali in Paesi come la Corea del Sud e il Canada.

Oltre ad abbattere qualunque barriera ai blocchi dell’export, la condizione di esportatore autorizzato semplifica le procedure, limitando il rischio di incorrere in errore – che si traduce in sanzioni - alla presentazione di nuove domande.


 

La dichiarazione di esportazione fa parte delle attività che possono essere gestite da un software di Trade Compliance. Abbiamo visto nell’articolo come l’aspetto normativo sia preponderante nell’ambito dell’export e come garantire la perfetta conformità sia un ottimo biglietto da visita per instaurare relazioni commerciali con Paesi extra UE.

Le soluzioni automatizzate più complete per la gestione della conformità commerciale sono ricche di funzioni integrate, che permettono agli operatori coinvolti – dagli export ai compliance manager – di avere piena visibilità sulle procedure. Questo approccio alle esportazioni garantisce un controllo totale, che genera profitto e valore.

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