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certificato eur 1Uno dei temi più complessi e di difficile gestione per le aziende che si occupano di export e relazioni commerciali riguarda l’aggiornamento alle disposizioni legate al certificato Eur 1.

Le criticità dipendono dall’aggiornamento delle misure dopo le concessioni favorevoli previste dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria del 2020.

Ne parliamo in questo articolo.

Certificato Eur 1: cosa prevede oggi la normativa?

Fino al termine dello stato di emergenza da Covid-19, alcune disposizioni sono state semplificate, con l’obiettivo di favorire procedure già conosciute e garantire la sicurezza tra i diversi operatori. In realtà, alcune politiche commerciali stavano già testando una fase di aggiornamento ma, a causa dello stato pandemico, hanno subito uno stop. Una di queste è la procedura di rilascio del certificato Eur1.

Cosa succede ora?

Il 1° aprile 2022 ha visto l’introduzione delle nuove procedure che confermano lo stop ai certificati di circolazione previdimati, prassi permessa fino a marzo 2022 – periodo che coincide con la fine dello stato di emergenza.

Le nuove disposizioni per il rilascio dei certificati – che coinvolgono, oltre a Eur 1, anche EUR.MED e A.TR – sono definite dalla Circolare n.12/2022 che fornisce tre modus operandi, entrando nel merito di ciascuno di questi.

La scelta di abbandonare la previdimazione a favore di tre procedure ben distinte tra loro – ordinaria, facilitata e full digital – è da leggere nell’ottica di avviare in modo decisivo la transizione a procedure agili e semplificate.

L’idea delle nuove modalità operative in termini di certificato Eur 1 è, infatti, quella di allinearsi ai requisiti di un contesto geopolitico dinamico e in continuo cambiamento; ciononostante, anche con le nuove disposizioni non si supera l’ostacolo più importante all’immediatezza dei processi, rappresentata dalla validazione da parte dell’Ufficio delle Dogane. Infatti, la sola prassi che non prevede questo passaggio è la full digital, attualmente applicata in via sperimentale per la richiesta e il rilascio di certificati di circolazione relativi ad operazioni di esportazione verso la Svizzera.

La stessa Circolare, quindi, invita i soggetti esportatori e gli intermediari in dogana, ovvero i rappresentanti, a valutare la richiesta dello status di esportatore autorizzato. Ad oggi, è la modalità che meglio garantisce efficienza e agilità alle attività di export, dal momento che prevede la dichiarazione dell’origine direttamente su fattura. Questo garantisce uno snellimento e un’ottimizzazione di tutte le procedure di esportazione, un requisito chiave in un contesto internazionale dinamico e popolato da sempre nuovi attori.

Tuttavia, la possibilità di richiedere lo status di esportatore autorizzato è subordinata al rispetto di una serie di requisiti:

  •         frequenza di esportazioni
  •         possesso di documenti che giustificano l’origine dei prodotti
  •         capacità di fornire garanzie sulla merce
  •         rilascio di tutte le dichiarazioni richieste
  •         conoscenza della materia normativa
  •         responsabilità rispetto a quanto dichiarato

certificato eur 1

Emerge, quindi, come il tema della compliance dal punto di vista della condotta nell’export sia fondamentale per godere dei benefici dello status di esportatore autorizzato. Optare per quest’ultima soluzione non è l’unico modo per agevolare le proprie attività commerciali: scegliere di affidarsi a un sistema informatico completo e integrato è l’altra best practice da considerare per raggiungere tutti gli obiettivi di business.

Il complesso tema della Trade Compliance

Sotto il cappello della Trade Compliance troviamo gli obblighi, le condizioni e i termini che regolano lo scambio commerciale tra i Paesi. Queste condizioni sono determinate dalle leggi applicate da autorità competenti, singoli Stati e accordi.

Per garantire al business continuità e abbattere qualunque rischio è fondamentale dimostrare di aderire perfettamente alle regole: si tratta di un presupposto chiave, soprattutto in un’economia e in contesti globali in rapido mutamento come quelli attuali. Per mantenersi compliant e assicurare all’azienda una solida reputazione nel tempo, volontà e impegno potrebbero non essere sufficienti. Le dinamiche sono talvolta molto complesse e gli aggiornamenti sono all’ordine del giorno. Anche compliance ed export manager preparati possono incombere in sviste e incorrere in errore, senza che vi siano le intenzioni di non rispettare la normativa in vigore.

La soluzione? Un software di Trade Compliance

Una piattaforma di gestione della Trade Compliance supporta soggetti esportatori e intermediari, fornendo tool di supporto e guida per adempiere alle attività quotidiane. Inoltre, lo strumento si aggiorna in tempo reale, allineandosi alle normative e ai regolamenti approvati a livello comunitario e internazionale. Questa particolarità si rivela la chiave per risultare sempre conformi e compliant rispetto alle procedure, tutelando l’azienda da sanzioni e garantendo sempre condizioni daziarie esclusive: sono questi i presupposti che permettono di guadagnare un importante vantaggio competitivo nei mercati di riferimento.


Per saperne di più su export e certificato Eur 1, ti offriamo una sessione di approfondimento gratuita: uno dei nostri esperti in materia è a tua disposizione per illustrarti i vantaggi e le opportunità che puoi raggiungere con un software di gestione della Trade Compliance.